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19 febbraio 2024
LAVORO E SUPPORTO ALLA GENITORIALITA’: DAI VOUCHER FINO AL NIDO INTERAZIENDALE DIFFUSO, COME RISPONDERE ALLA CARENZA DI STRUTTURE PUBBLICHE E SOSTENERE IL TESSUTO SOCIO-ECONOMICO
L’85% dei lavoratori con figli in età scolare chiede soluzioni specifiche di welfare.
JOINTLY lancia il progetto “Nido diffuso” in quattro città. Già diverse le aziende aderenti, tra le quali Crédit Agricole Italia e Gruppo Mediobanca.
Il supporto alla genitorialità passa sempre di più attraverso le aziende, lo dicono i dati e se lo aspettano i genitori che lavorano.
In Italia la copertura degli asili nido è ferma al 33% - ancora inferiore al Sud Italia (15%) – con rette che per un posto in un nido pubblico incidono fino al 10% sul reddito annuo1, mentre la carenza di offerta formativa si protrae anche in età scolare. Sono infatti più di 8 su 10 (l’85%) i dipendenti con figli dai 6 anni in su che chiedono di poter ricevere un supporto specifico dalla propria azienda attraverso il welfare aziendale, in base ai dati della ricerca “JOINTLY Voice” 2elaborata da JOINTLY, B Corp ® leader in Italia nel Corporate Wellbeing, con l’Università Cattolica di Milano.
Davanti all’inverno demografico del nostro Paese, con un tasso di natalità (1,25) sensibilmente inferiore al numero di figli che le donne dichiarano di desiderare (2), diventa, quindi, sempre più urgente trovare delle soluzioni che consentano di supportare i neogenitori da un punto di vista logistico-organizzativo ed economico, rispondendo alla carenza di politiche di supporto integrate e infrastrutture. In prospettiva, sarà strategico rafforzare gli interventi a sostegno della genitorialità per la sostenibilità del sistema paese e per coniugare obiettivi di vita e di carriera, in particolar modo per le mamme. Il welfare aziendale, opportunamente sostenuto da politiche pubbliche, può contribuire a un’inversione della dinamica demografica nel nostro Paese.
A questo proposito, nell’ambito della ricerca “Per una Primavera demografica” recentemente pubblicata, la Fondazione Magna Carta ha presentato alcune linee guida e proposte normative per le politiche pubbliche a sostegno della natalità fondate su un innovativo modello di welfare aziendale. Le proposte sono state elaborate dalla Fondazione con il contributo di Jointly - Il Welfare condiviso, Engineering, BNP-Paribas, Prysmian Group e altre aziende italiane. L’obiettivo è sostenere economicamente le famiglie con figli ed erogare servizi di qualità ai dipendenti con il supporto delle imprese. Dalla ricerca è emerso che il 70% delle misure di sostegno alla natalità e alla genitorialità adottate dalle aziende coinvolte da Magna Carta nella ricerca sono state assunte solo negli ultimi tre anni e che circa l'80% di queste misure sono frutto di azioni unilaterali dell'azienda o poste in essere grazie a una contrattazione interna. Ad essere maggiormente apprezzate dai collaboratori sono soprattutto le misure di welfare a supporto della genitorialità e della gestione familiare che hanno ottenuto una valutazione media di 8,5 su 10 da parte del 65% del campione rappresentativo di aziende che hanno partecipato allo studio. Tra queste, più di 6 aziende su 10, infine offrono ai propri collaboratori contributi economici finalizzati agli asili nido.
Tra le principali proposte presentate da Fondazione Magna Carta a sostegno della natalità figurano i voucher babysitter o per i centri estivi, scuole aperte il pomeriggio e durante la stagione estiva, congedi parentali più estesi, sgravi fiscali per la previdenza integrativa, incentivi e detrazioni fiscali per le aziende che favoriscono l’orientamento e assumono personale femminile con formazione STEM e per l’attivazione di asili nido diffusi.
Creare un sistema di “asilo nido diffuso” o “di prossimità” ha l’obiettivo di ridurre le difficoltà legate alla disponibilità di posti nelle graduatorie degli asili comunali e per andare oltre l’asilo in azienda. Allo stesso tempo il “nido diffuso” offre una soluzione concreta dal punto di vista logistico, aiutando i dipendenti nella selezione delle strutture e riducendo significativamente il tempo da dedicare alle pratiche amministrative. È infatti l’azienda a pre-selezionare una serie di nidi che rispettano determinati criteri pedagogici, per accedere ai quali i dipendenti possono godere di un diritto di precedenza rispetto all’apertura delle iscrizioni. Inoltre, sono le aziende stesse a finanziare parte della retta mensile come già previsto dalle misure sul welfare aziendale. Un supporto che può essere potenziato con il ricorso all’intervento pubblico e a un voucher per ridurre i costi delle rette, in linea con gli incrementi delle misure di supporto previste dalla Legge di Bilancio 2024 e, più in generale, con le misure del PNRR.
Il progetto Nido diffuso è stato ideato congiuntamente da Becoming, Frasi e Jointly.
Si tratta della prima iniziativa nel suo genere in Italia, dedicata ai genitori che lavorano nelle aziende aderenti al progetto. Nella fase iniziale verrà avviata in 4 città (Milano, Monza Brianza, Roma e Torino), per poi essere estesa a tutto il territorio italiano.
“In un mondo del lavoro sempre più “ibrido” - dove la presenza in ufficio non è costante e regolare – l’asilo nido aziendale rischia di non rispondere più alle esigenze dei genitori che lavorano, anche perché è difficilmente replicabile nelle sedi distaccate. E se i voucher possono essere economicamente apprezzati, sono però onerosi per l’azienda e non risolvono i problemi logistici dei genitori, che devono organizzarsi da soli con le procedure burocratiche e le liste di attesa per l’ammissione” spiega Francesca Rizzi, co-fondatrice e CEO di JOINTLY.- Occorre fornire soluzioni in grado di confermare quella vocazione sociale che il welfare aziendale deve avere per aiutare e facilitare i lavoratori nella gestione familiare, senza limitarsi a un mero sostegno economico. Allo stesso tempo, iniziative come questa possano rappresentare un impegno concreto anche per contribuire a invertire la rotta demografica del Paese e i prevedibili effetti, in termini di sostenibilità, per un welfare pubblico le cui risorse sono sempre più limitate”.
Il progetto “Nido diffuso” è già stato avviato in grosse realtà come Crédit Agricole Italia e Gruppo Mediobanca.
“Abbiamo deciso di aderire perché l’attenzione alle persone è una priorità per il nostro Gruppo” dichiara Giampiero Bottero, Responsabile della Direzione Risorse Umane di Crédit Agricole Italia. “Un’iniziativa che si inserisce all’interno del percorso avviato da tempo da Crédit Agricole Italia a supporto alla genitorialità. Questo servizio, infatti, si aggiunge alle altre misure promosse nell’ultimo anno, quali l’accordo sottoscritto con le OO.SS. per l’estensione a 28 giorni, dal 2024, del congedo parentale retribuito al 100% per i padri e il riconoscimento a ciascun genitore di figli di età compresa tra uno e tre anni, di un contributo annuale di 1.000 euro per la copertura delle spese sostenute per le rette degli asili nido. Il “Nido diffuso” rappresenta un’ulteriore tappa del nostro viaggio in ottica di miglioramento continuo e di sostegno ai dipendenti e alle loro famiglie.”
“L’adesione a ‘Nido diffuso’ è un nuovo tassello del percorso intrapreso con toDEI, il programma promosso dal Gruppo Mediobanca finalizzato a creare un ambiente di lavoro sempre più inclusivo - afferma Olimpia Di Venuta, Group Diversity & Inclusion Manager di Gruppo Mediobanca. Riteniamo infatti che una migliore accessibilità dei servizi educativi per la prima infanzia possa agevolare la conciliazione tra la vita lavorativa e quella familiare per tutti i nostri colleghi e le nostre colleghe in favore dei quali promuoviamo iniziative concrete per sostenere il talento e il percorso di crescita”.
"Nido diffuso" nasce in una cornice storico-sociale in cui il servizio del nido d'infanzia viene riconosciuto, a livello ministeriale, come tassello fondamentale per la crescita del potenziale delle bambine e dei bambini” spiega Cinzia D’Alessandro, head of Education di Becoming e tra i primi in Italia ad occuparsi di nidi aziendali. “Contestualmente, il bisogno dei genitori non è solo quello di trovare un posto in un nido ‘comodo’ per le proprie esigenze organizzative ma anche quelle di offrire ai propri figli un percorso educativo di qualità sin dal nido, capace di incidere in modo evidente nella loro crescita.”
Simona Tanese, CEO del Gruppo FRASI, nel sostenere l'iniziativa del "Nido Diffuso", ha dichiarato: " In risposta alla pandemia e al crescente bisogno di smart working, è vitale che le aziende forniscano linee guida affidabili per aiutare i dipendenti a individuare e scegliere quei servizi educativi di alta qualità disponibili sul mercato. Il 'Nido Diffuso' rappresenta un passo avanti verso la versione 2.0 del welfare aziendale, un modello che permette di affrontare con flessibilità le esigenze attuali dei genitori lavoratori."
1 ISTAT “NIDI E SERVIZI EDUCATIVI PER BAMBINI TRA 0 E 6 ANNI: UN QUADRO D’INSIEME”. Settembre 2022
2 La ricerca ha analizzato nel tempo un campione rappresentativo di oltre 30 mila lavoratori.